La lepre alpina: Descrizione
La lepre alpina appartiene all’ordine Lagomorpha, famiglia Leporidae, mammiferi di piccole e medie dimensioni, caratterizzati dall’abbondante sviluppo dei denti incisivi, a crescita continua. La lepre alpina è una specie di medie dimensioni, con una lunghezza corporea compresa tra 50 e 61 cm; la coda misura in genere 5-8 cm, l’orecchio 10-12 cm. I sessi sono simili. In estate è distinguibile dalla Lepre comune per la pelliccia fulva o bruno-rossiccia, che si mostra visibilmente screziata, e dalle orecchie più corte; è più simile nell’aspetto al Coniglio selvatico, dal quale si riconosce per il pelo meno fulvo e più grigio. Detta comunemente anche Lepre bianca o Lepre variabile, la Lepre alpina durante l’inverno presenta un inconfondibile e mimetico mantello bianco. Le impronte sono molto simili a quelle della Lepre comune, ma caratterizzate da una superficie di appoggio più larga, assimilabile ad una racchetta da neve che facilita e velocizza l’avanzata sul manto nevoso; le dita sono piuttosto lunghe e coperte di pelo, e sono tenute massimamente distese sui substrati di neve farinosa. In situazioni di pericolo la Lepre alpina è in grado di emettere, al pari della Lepre comune, un suono simile ad un belato.
La lepre alpina: Habitat e areale di diffusione.
La lepre alpina vive alle alte quote, in genere sopra gli 1500 m s.l.m., frequentando habitat quali brughiere, arbusteti e pascoli alpini, margine dei boschi. Nelle porzioni settentrionali dell’areale, in assenza della Lepre comune, vive anche in pianura. Nel periodo estivo la lepre alpina è attiva soprattutto durante le ore notturne, ma in inverno alterna durante tutto il corso della giornata fasi di ricerca del cibo (più scarso) e di sosta. la Lepre alpina trascorre le ore diurne più calde non in tane scavate nel terreno, ma rifugiandosi in giacigli adattati sotto i sassi o le piante. La dieta si diversifica abbastanza tra le stagioni: d’estate si nutre di diverse specie erbacee e arbustive e dei loro frutti, mentre nel periodo freddo si alimenta soprattutto di piccoli rami, tenere cortecce di alberi e arbusti montani, muschi, licheni e semi di conifere. La Lepre alpina non beve mai: reperisce i liquidi attraverso gli alimenti e, in inverno, quando può seguire solo una dieta povera di sostanze contenenti acqua, assume direttamente piccole quantità di neve. Si tratta di una specie solitaria, caratterizzata da rapporti sociali limitati, persino quelli di coppia. Il periodo riproduttivo della lepre alpina, nel corso del quale si possono avere 2 o 3 parti di pari entità, va da marzo a giugno; dopo una gestazione di circa 50 giorni, nascono piccoli di circa 100 g, già autonomi, che vengono svezzati dopo soli 15 giorni. L’areale si stende sulla maggior parte dei territori settentrionali del continente eurasiatico, dalle Isole Britanniche fino al Giappone. La specie è inoltre presente sull’Arco Alpino, ma è assente dai Pirenei. In Italia è appunto diffusa con relativa continuità su tutte le Alpi, entro l’orizzonte alpino e sub-alpino, con una parziale sovrapposizione di areale con la Lepre comune.
La lepre alpina: Dimensione e andamento delle popolazioni.
Le densità in ambito alpino sono comunque piuttosto basse rispetto a quelle ottimali di 80 individui/100 ettari rilevate, ad esempio, in Scozia. Sulle Alpi, infatti, la specie presenta sempre densità piuttosto ridotte (ad esempio 3-4 individui/1000 ha in provincia di Sondrio; Prigioni et al., 2001).
La lepre alpina: Conservazione e gestione.
La lepre alpina poiché più volte è stata considerata la possibilità di effettuare immissioni con individui provenienti dalla Scozia e dalla Scandinavia, una prima minaccia per la conservazione della specie potrebbe essere l’inquinamento genetico derivante da questo tipo di operazioni. Sono auspicabili una gestione oculata del prelievo venatorio e dell’attività turistica montana in tutto il corso dell’anno; quest’ultima costituisce una forte causa di stress durante il periodo di svernamento, sia in termini di disturbo diretto, sia per l’aumento parallelo di predatori diretti (Volpe e Corvidi), che trovano facilmente cibo nelle discariche o nelle residenze di alta quota in ogni momento dell’anno. È quindi opportuno promuovere azioni di educazione ambientale per evitare l’abbandono di residui alimentari e la somministrazione di cibo alla fauna (Prigioni et al., 2001). Dal momento che la lepre alpina appartiene ad una specie molto selettiva dal punto di vista ambientale e caratterizzata da una natalità piuttosto contenuta, nelle zone dove è in declino sembra necessario adottare il divieto di caccia alla lepre alpina, mentre laddove le popolazioni appaiono stabili è indispensabile una regolamentazione del prelievo commisurata alla produttività annuale (Spagnesi & De Marinis, 2002).