MARZAIOLA: Descrizione
La Marzaiola appartiene all’ordine Anseriformes, famiglia Anatidae, uccelli acquatici conosciuti come anatre. Fa parte del gruppo delle “anatre di superficie”, che immergono soltanto il capo per nutrirsi, senza andare sott’acqua completamente. La Marzaiola è un’anatra di piccole dimensioni (poco più grossa dell’Alzavola), con lunghezza corporea di 37-41 cm e con un’apertura alare di 60-63 cm. La Marzaiola si riconosce in ogni età ed abito per il colore verde-oliva dello specchio alare. Presenta netto dimorfismo sessuale. Il maschio ha il capo scuro, con vertice nerastro ed una mezzaluna bianca che va dall’occhio alla nuca; parte anteriore dell’ala grigio-azzurro chiaro, particolarmente evidente in volo. La Marzaiola femmina è brunastra, simile a quella di altre specie di anatre di superficie, da queste comunque distinguibile grazie al disegno a strie sulla testa. La Marzaiola ha un volo veloce e regolare, con improvvisi abbassamenti a pelo d’acqua e repentine risalite. In migrazione forma stormi anche di grandi dimensioni, che volano compatti e coordinati in formazione a nuvola, con cambi di direzione e struttura; in questi stormi si associa non di rado ad alcune specie congeneri.
MARZAIOLA: Habitat e areale di diffusione
La Marzaiola nidifica in specchi d’acqua dolce, anche poco estesi, riparati e con vegetazione rada, evitando solitamente ambienti troppo chiusi dalla vegetazione arborea. Nidifica anche in terreni erbosi allagati o in zone umide. La Marzaiola è più numerosa fino ai 300 m di quota, arrivando eccezionalmente a 500 m. Si nutre essenzialmente di vegetali che trova sulla superficie dell’acqua. Le coppie si formano nei quartieri invernali, prima della migrazione primaverile, ed arrivano quindi già formate nei siti riproduttivi. Le deposizioni dell’unica covata annuale (8-10 uova) iniziano ad aprile. La Marzaiola è una migratrice regolare, con picchi di migrazione in settembre e marzo-aprile: questi ultimi sono molto più numerosi a causa del tipo di migrazione ad arco interessante il Mediterraneo centrale. Le popolazioni del Paleartico occidentale sono principalmente migratrici trans-sahariane: la maggior parte delle osservazioni invernali infatti sono considerate svernamenti accidentali (di queste, sicuramente alcune sono riferite ad individui menomati o sfuggiti alla cattività). In Europa la Marzaiola nidifica con continuità nelle regioni balcaniche e in quelle orientali, con una distribuzione più frammentata nelle zone occidentali. L’areale di nidificazione ha subito una tendenza all’espansione verso Nord, in corrispondenza probabilmente della crescita delle temperature estive nelle zone boreali. In Italia è principalmente migratrice, nidificante e solo occasionalmente svernante.
MARZAIOLA: Dimensione e andamento delle popolazioni
La stima delle coppie nidificanti in Europa varia tra 650.000 ed 1.100.000 (Heath et al., 2000), con una sensibile tendenza al declino iniziata a partire dagli anni ’70. Una diminuzione degli effettivi si registra, perlomeno localmente, anche in Italia, dove le stime indicano la presenza complessiva di 350-500 coppie di Marzaiole nidificanti (Brichetti & Fracasso, 2003). Dai censimenti degli Anatidi svernanti in Italia, è risultato lo svernamento nel nostro Paese di un numero di individui compreso tra poche decine e 630 (Chelini, 1984), localizzati soprattutto nell’Italia meridionale.
MARZAIOLA: Conservazione e gestione
A livello continentale la Marzaiola è considerata specie vulnerabile ed in forte declino, probabilmente a causa della simultanea perdita di habitat idonei nelle aree di svernamento e di nidificazione (Hagemeijer & Blair, 1997). Anche in Italia la Marzaiola è indicata in Lista Rossa come specie vulnerabile ed il numero complessivo di coppie pare recentemente diminuito per intervenute modificazioni ambientali (Perco, 1988). A causa del notevole transito nel mese di marzo la specie la Marzaiola è stata intensamente cacciata, anche in anni recenti, arrivando a costituire quasi il 70% degli Anatidi abbattuti in questo periodo. La caccia quindi incide senza dubbio sul numero di coppie in grado di sostare e successivamente nidificare nelle varie regioni. Una chiusura anticipata rispetto alla migrazione primaverile, favorirebbe l’occupazione di biotopi adatti, e la crescita del numero di coppie nidificanti, dato questo già accertato da osservazioni locali (Di Carlo, 1976). La presenza della specie nella stagione invernale, come già esposto, è prevalentemente accidentale e potrebbe forse essere incrementata con il mantenimento di dei biotopi adatti.