PERNICE BIANCA: Descrizione
La Pernice Bianca appartiene all’ordine Galliformes, famiglia Tetraonidae. Di medie dimensioni (35 cm), la Pernice bianca è una specie caratterizzata da un vistoso dimorfismo sessuale e stagionale che si manifesta in diverse colorazioni del piumaggio. In estate i maschi hanno testa, collo e parte superiore del petto riccamente macchiettate di bruno nerastro, così come i fianchi e le parti superiori. La parte terminale delle penne timoniere è nera, ma si può osservare difficilmente se la Pernice Bianca non è in volo, mentre le parti inferiori e le zampe sono bianche. Il maschio ha una caruncola carnosa, rossa, evidente soprattutto nel periodo riproduttivo, e i maschi adulti isolati, non nidificanti, hanno una livrea generalmente più chiara, meno contrastata. Le femmine di Pernice Bianca hanno piumaggio estivo simile ma di un colore molto più fulvo che presenta vermicolature chiare su tutto il corpo. Le femmine prive di covata presentano un piumaggio più chiaro delle femmine impegnate nella riproduzione. In autunno le parti superiori, il petto e i fianchi del maschio sono grigi con fini striature di bianco e nero mentre la femmina è più grigio giallastro. Entrambi i sessi conservano in autunno le parti inferiori bianche. In inverno sia maschi sia femmine di Pernice Bianca hanno piumaggio interamente bianco puro, con le eccezioni della redine nera tra occhio e becco che caratterizza il maschio, e la parte esterna delle timoniere che rimane nera come in estate. Le ali sono bianche in ogni stagione e i piedi sono sempre ricoperti di piume bianche.
PERNICE BIANCA: Habitat e areale di diffusione
La Pernice bianca è specie artica che presenta una distribuzione circumpolare discontinua. È presente con le varie sottospecie in Scandinavia, Russia e Siberia, Scozia e conta popolazioni relitte dell’epoca glaciale sui Pirenei e sulle Alpi. L’habitat della Pernice bianca è costituito da ambienti nivali e alto-alpini di tundra e di brughiera. Vallette nivali, zone moreniche, macereti, rupi e affioramenti rocciosi, acque di fusione che ruscellano a valle, praterie alpine e arbusteti nani con rocce sono gli ambienti adatti alla nidificazione della specie. Sulle Alpi la Pernice bianca tende a evitare le zone troppo aperte, preferendo habitat piuttosto compositi. La Pernice bianca si nutre di vegetazione, in particolare gemme, ramoscelli, semi e bacche ad alto contenuto di cellulosa; usa le zampe per scavare al di sotto del manto nevoso alla ricerca di cibo. In Italia, la specie è distribuita quasi uniformemente sull’arco alpino, a parte un vuoto nelle zone settentrionali della provincia di Varese e nel basso Verbano-Cusio-Ossola. La Pernice bianca frequenta la fascia altitudinale che va dai 2000 ai 3000 m s.l.m., con limite superiore di 3640 m (Gèroudet, 1978) e quasi 4,000 m nel gruppo del Monte Bianco (Tortonese, 1966). I limiti inferiori di nidificazione sono stati raggiunti nelle Alpi Giulie, con nidi posti a 1550 m (Salvini, 1984). La Pernice bianca è una specie sedentaria, compie erratismi altitudinali nell’ordine dei 300 m soprattutto in inverno a causa di forti nevicate o in autunno durante periodi di scarse precipitazioni.
PERNICE BIANCA: Dimensione e andamento delle popolazioni
Il numero delle coppie di Pernice bianca nidificanti in Europa varia tra 480.000 e 740.000, la specie è considerata non minacciata e stabile, con leggero decremento fatto registrare dalla popolazione pirenaica. In Italia mancano dati ricavati da censimenti estesi, tuttavia dati bibliografici esistenti uniti a quelli ricavati da censimenti parziali indicano che la Pernice bianca è presente con circa 7000-10.000 coppie all’inizio del periodo riproduttivo (De Franceschi, 1986). In Italia la Pernice bianca è invece considerata specie vulnerabile (LIPU & WWF, 1999), in regresso in gran parte dell’areale di nidificazione.
PERNICE BIANCA: Conservazione e gestione
Le cause del decremento della popolazione italiana di Pernice Bianca sono da ricercarsi in primo luogo negli effetti del disturbo antropico. Esso si manifesta sotto forma del numero sempre maggiore di impianti di risalita e delle strutture annesse, della fitta rete di sentieri di alta montagna e dal degrado degli ambienti che deriva dal turismo d’alta quota, del pascolo indiscriminato di grandi greggi di ovini e caprini che sono spesso accompagnati da cani liberi e poco rispettosi delle covate di Tetraonidi (De Franceschi, 1982, 1988). Il disturbo antropico comprende anche l’attività venatoria, spesso intrapresa senza conoscere la consistenza delle popolazioni e del successo riproduttivo. L’aumento delle popolazioni di Gracchio alpino e Corvo imperiale, grandi predatori di uova, è un altro fattore responsabile del decremento numerico della Pernice bianca.Le misure di gestione non comprendono interventi specifici sul territorio, mentre sono necessari un monitoraggio a lungo termine per pianificare l’entità dei prelievi e una riduzione del disturbo creato dalle strutture ricreative e turistiche, evitando di costruire nuove strutture nelle aree ad alta vocazionalità (Vigorita et al., 2003a; Brichetti et al., 1992).